DOROGIE TOVARISCHI! (CARI COMPAGNI!) PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA,  voto 8

di Andrei Konchalovsky (Russia)

Interpreti: Julia Vysotskaya, Vladislav Komarov, Andrei Gusev, Yulia Burova, SergeiErlish/Russia/120 minuti

Tratto da fatti realmente accaduti

DOROGIE TOVARISCHI! (CARI COMPAGNI!) Nella Russia di Kruschev, più precisamente a Novocherkassk, durante il 1962, le vite di ligi nonché ferventi funzionari del PCUS e di tanti ragazzi/ragazze, altrettanto orgogliosi del socialismo sovietico, scorrono tranquille (tessere di razionamento e aumento dei prezzi, per le nuove politiche economiche, a parte….). Lyudmila, funzionaria e militante del PCUS, la bravissima Yuliya Vysotskaya  moglie del regista Konchalovsky, è una convinta sostenitrice degli ideali comunisti e disprezza fortemente qualsiasi forma di dissenso.

Le cose iniziano a cambiare quandosi svolgono cortei e scioperi nella locale fabbrica di locomotive, conosciuta in tutta l’URSS.La diminuzione delle paghe e l’aumento dei prezzi, a seguito dei programmi economici del politburo centrale, innescano una situazione esplosiva.Scattano scioperi e manifestazioni.

Asserragliata insieme ad altri funzionari del partito nella fabbrica, ostaggi della protesta operaia, Lyudmila afferma convintamente che ogni forma di protesta deve essere repressa senza se e senza ma. Molti giovani studenti ed operai, fra cui sua figlia, appoggiano le richieste dei manifestanti, convinti che la costituzione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche sia stata violata.

Scatta l’inevitabile repressione con arresti, condanne sommarie e uccisioni indiscriminate. Quando la figlia scompare, Lyudmila inizia una terribile quanto rischiosa ricerca fra obitori ed ospedali mentre le sue granitiche certezze cominciano a sgretolarsi.

Konchalovsky realizza, con DOROGIE TOVARISCHI! (CARI COMPAGNI!),  un bellissimo bianco e nero che risulta essere non solo un film dal taglio documentaristico sulla vita in URSS, anno 1962, ma racconta anche una vicenda dove i sentimenti delle persone, non più ‘automi’ di partito, occupano la scena con mille sfaccettature. Crediamo che la sua lettura dei fatti sia stata imparziale così come sono emersi dalle carte: l’inchiesta è stata infatti avviata a partire dal 1992. Si accertò che le vittime del massacro erano state sepolte in tumuli, sotto falso nome, perché non venissero mai ritrovate. I responsabili non sono mai stati condannati ,i principali sospettati fra gli alti vertici governativi erano ormai morti.

“Sotto Stalin questo non sarebbe mai accaduto” dice Lyudmila, ancora sotto l’influenza di una propaganda che ha sempre appoggiato, al padre vecchio combattente di due guerre mondiali.  Ma l’amore di una madre verso la figlia supera qualsiasi ideologia e ogni dottrina di partito.

Maurizio Marna, spettatore per caso!

 

 

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