“La mafia non è più quella di una volta”, il film che ha vinto il premio speciale della giuria della 76esima Mostra del cinema di Venezia.

Irriverente, tagliente, cinico, poetico, comico, drammatico… potremmo continuare a lungo nell’elencare gli aggettivi che definiscono Franco Maresco ,una delle figure più geniali del nostro cinema. Nel film “La mafia non è più quella di una volta” prendendo spunto dalla strage di Capaci e via D’Amelio, di 25 anni fa, attraverso una  recente opera dedicata alla grande fotografa Letizia Battaglia che ha raccontato, attraverso potenti immagini, le guerre di mafia. Maresco la rende co-protagonista del film assieme a quel Ciccio Mira, scomodo e nostalgico personaggio contro la legalità e quasi leggendario promoter di feste paesane.

Ciccio Mira lo avevamo già visto in Belluscone. Una storia siciliana, di cui “ La mafia non è più quella di una volta” è l’ideale continuazione, ma qui appare diverso dal precedente racconto, sembra cercare una via di uscita dalla sua condizione di supporter di Cosa Nostra  organizzando un singolare evento allo Zen di Palermo: i neomelodici per Falcone e Borsellino.

Il suo corpo nel bianco e nero della pellicola, il suo dialetto, pur mostrati con tanta ironia e risate, rappresenta la figura di un tempo attuale dove la cosiddetta pancia del paese ha preso il sopravvento. La volgarità dimora sovrana a Palermo, sottolinea il regista.

Il ricordo che sbiadisce, lo spettacolo che oscura la memoria del sacrificio dei due giudici,  perché la sagra paesana incombe su tutto, altro non sono se non un nostalgico rimpianto della mafia di una volta quando si scherzava su tutto e tutti (meno che sui boss).

Maresco non fa sconti a nessuno, nemmeno a Letizia Battaglia quando fa emergere l’attuale stato delle cose: ciò che rappresentano oggi Falcone e Borsellino  già incontrati dalla stessa Battaglia,  si stempera fra ritualità di Stato e silenzio sino ad arrivare alla denigrazione. E’ rimasto davvero poco di quella stagione di speranza nella legalità.

Ed eccolo lì Ciccio Mira a ‘faticare’ per la realizzazione dello spettacolo, concentrato nello sfruttare un gruppo di artisti dilettanti, mentre esprime a tutto tondo la sua arrogante ignoranza con il risultato di mettere in scena un concerto di assoluto squallore.  L’horror dilettantesco della manifestazione viene colto assai bene da Maresco e l’improvvisato manager Ciccio Mira attrae la telecamera per le sue non qualità, in uno scettica danza macabra del kitsch.

Grandi polemiche ha destato la parte del film “La mafia non è più quella di una volta” in cui si critica il Presidente Mattarella ma noi lasciamo agli spettatori ogni giudizio su quanto vedranno e ascolteranno. Franco Maresco, come tutti d’altronde, ha la libertà di esprimere le proprie opinioni e in questi anni lo ha fatto molto bene, nel suo stile sulfureo e graffiante.

“Un popolo senza memoria è un popolo senza futuro”, citava lo scrittore cileno e attivista politico Luis Sepulveda e Maresco non intende certo sottrarsi al compito di ricordare chi ha nobilitato la sua Sicilia e chi l’ha, invece, annichilita.

Ricordiamo.

A presto Maurizio Marna

 

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